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Federmanager: 150 mila ore di formazione manageriale per l’industria 4.0

Roma, 11 maggio 2017 – Più di 150 mila ore di formazione manageriale per un totale di 2.316 dirigenti e 958 imprese coinvolti, per promuovere la diffusione della cultura digitale nell’industria italiana. Questi sono i primi esiti del bando lanciato a inizio anno da Fondirigenti, il Fondo interprofessionale per la formazione dei dirigenti di Federmanager e Confindustria, e chiuso il 2 marzo scorso, che finanzia l’adozione di Piani aziendali per lo sviluppo di competenze digitali e trasversali del management industriale.

Scopo principale dell’iniziativa (Avviso 3/2016), è quello di favorire l’aggiornamento di skill indispensabili per realizzare la trasformazione digitale, oltre a irrobustire quelle strategiche per innovare processi e produzioni in ottica 4.0.

A fronte della dote di 5 milioni di euro messa a disposizione dal Fondo, le domande di partecipazione avanzate dalle imprese hanno superato i 13 milioni di euro. Il fabbisogno formativo si è ripartito in modo equo tra imprese grandi e multinazionali (50%), e PMI (suddivise in medie per il 33%, piccole per 15% e micro al 2%).

«Siamo molto soddisfatti del riscontro ottenuto da questo Avviso», ha commentato il presidente Fondirigenti, Carlo Poledrini. «Le aziende italiane rispondono positivamente quando vedono premiati qualità dei progetti e spinta all’innovazione. Questi due elementi sono fondamentali per far evolvere anche la manifattura tradizionale e i settori maturi. Niente finanziamenti a pioggia – ha avvertito – ma azioni mirate a sostegno di idee innovative».

Rispetto alle aree di intervento stabilite nell’Avviso, l’interesse prioritario è andato all’asset “l’innovazione dei processi produttivi in chiave digitale”, seguito dal capitolo “utilizzare dati e informazioni come risorse per il business”. Fanalino di coda, invece, l’area “gestire e avviare processi di commercializzazione online”. Le PMI si sono indirizzate verso interventi specifici di digitalizzazione mentre le grandi si sono focalizzate sull’avvio di processi complessi. Poche o rare le iniziative di filiera.

A commentare il dato dimensionale delle imprese beneficiarie del finanziamento, il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla: «Industria 4.0 ha bisogno di manager capaci di innovare i processi, i modelli aziendali e la stessa produzione – ha dichiarato -. Dobbiamo colmare il deficit di managerialità che danneggia le piccole aziende, in particolare le micro. A loro diciamo che non è più pensabile fare impresa in un contesto reso così competitivo dalla tecnologia senza l’apporto di competenze estremamente qualificate».

Dal punto di vista geografico, sono confermate le peculiarità del Belpaese: la maggioranza delle richieste è arrivata dalle aree più vivaci, con un 76% dei Piani formativi presentato in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e Lazio.

Il Mezzogiorno non ha superato il 10% delle domande. «Un dato – ha notato Poledrini – che conferma il trend degli Avvisi precedenti, unitamente a una difficoltà del Sud ad accedere a questo strumento di finanziamento. È ormai chiaro che le aziende italiane si muovono a diverse velocità verso il processo di digitalizzazione».

 

Per il presidente federale, Stefano Cuzzilla, «nessuna sorpresa. Il coinvolgimento delle aziende del Sud è ancora scarso e ripropone il tema del digital divide che esiste nel Paese. Questa rivoluzione corre molto veloce e rischia di escludere, come in una selezione darwiniana, chi ha accumulato troppo ritardo».

Federmanager, che è partner istitutivo di Fondirigenti, «continuerà a sostenere iniziative di formazione e aggiornamento professionale promosse dal Fondo perché», ha chiarito Cuzzilla, «non possiamo attendere i finanziamenti pubblici, che per ora sono tutti concentrati sui fattori abilitanti. Il capitale umano è il vero investimento da fare».

«La nostra azione è a 360 gradi: sia attraverso gli enti della bilateralità sia attraverso nostre iniziative autonome stiamo formando e certificando centinaia di “innovation manager” che speriamo siano accolti nelle imprese», ha affermato Cuzzilla, rivolgendosi in particolare alle Pmi, «dove il 65% ritiene di avere bisogno di figure manageriali per essere più competitivo e innovativo, ma poi fa fatica a superare le logiche familiari e a considerare il manager una risorsa indispensabile per stare sul mercato».

«Nei prossimi mesi Fondirigenti farà il possibile per rispondere al grande fabbisogno formativo espresso dalle aziende e dai manager industriali», ha promesso il presidente Fondirigenti Poledrini, annunciando che «stiamo studiando un intervento ad hoc in tema di cyber-security che dovrà aiutare le imprese e il management a tutelare marchi, dati e prodotti a livello globale».

 

 

 

 

Redazione Federmanager

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