«Non facciamo il tifo per nessuno dei possibili acquirenti, facciamo il tifo per AST», dicono dalla sede di Federmanager Terni, sottolineando che «il vero nodo è definire il perimetro della vendita, affinché, oltre che sui siti industriali, si ufficializzi una posizione chiara anche sui centri di servizio, specie quelli collocati in Europa».
L’incertezza sulla vicenda AST si prolunga da tempo e ha ricadute sulla situazione occupazionale del territorio umbro e sulla competitività dell’intera filiera. In particolare, chiama in causa la questione “siderurgia” che merita un’attenzione nazionale.
Secondo Luciano Neri, presidente di Federmanager Terni: «È ora che Governo e istituzioni realizzino il proposito di costruire un’industria più sostenibile. L’apporto di capitali deve essere destinato alla riconversione e al potenziamento dei progetti “green” perché se non cominciamo a costruire oggi un’acciaieria sempre più ecosostenibile, rischiamo di realizzare solo soluzioni-tampone, valide, forse, per l’azionista, ma non per il sistema economico nazionale».
I piani industriali relativi alle manifestazioni di interesse su AST non sono noti, ma l’Associazione di Federmanager Terni gioca d’anticipo: «Chi compra deve avere un progetto che permetta di superare il disallineamento tra area a caldo e quella a freddo. Bisogna recuperare le reali capacità tecnologiche e produttive degli impianti esistenti, perché non è accettabile accontentarsi di 950/ un milione di tonnellate. Che questo obiettivo sia raggiunto attraverso l’ampliamento del mix prodotti o, piuttosto, con un potenziamento dei processi e degli impianti a valle spetterà ai piani industriali prefigurarlo e definirlo. Oggi noi vogliamo ricordare che quella dell’AST è una questione nazionale che ha grandi potenzialità di crescita che vanno a beneficio di tutto il sistema e che non vanno sprecate».
«Non sappiamo quali possano essere i contenuti di un eventuale piano nazionale dell’acciaio, ma invitiamo a un dibattito serio anche sui futuri sistemi di “governance” della nuova realtà societaria». Con questo invito, Luciano Neri precisa: «È tempo che, invece dei conflitti, si cerchino modalità di corresponsabilità e di coinvolgimento. Gli strumenti giuridici ci sono, quello di cui abbiamo bisogno sono basi culturali e la conseguente volontà di attuarli».
«Vigileremo sulle tappe e il perimetro della vendita di questa acciaieria speciale, che è un unicum rispetto alle altre produzioni siderurgiche del nostro Paese», assicura Federmanager Terni. «Promettiamo un’attenzione particolare affinché si arrivi a un piano industriale credibile e trasparente che tuteli il lavoro, l’ambiente, la produzione e il futuro di un’intera comunità».
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