Il commento del presidente dei manager dell’industria giunge a seguito della riunione in videconferenza sul futuro dell’ex Ilva tenutasi ieri con le organizzazioni sindacali e i ministri competenti, in cui l’Amministratore delegato di ArcelorMittal ha chiesto altri 10 giorni per modificare il piano industriale dell’azienda in relazione allo scenario di crisi post-Covid19.
«Non vorremmo si tratti solo di un espediente per prendere tempo e proporre una trattativa al ribasso sul futuro del più grande sito siderurgico d’Europa e strategico per la produzione italiana: in questo caso la richiesta va rispedita al mittente con fermezza», dichiara Cuzzilla, puntualizzando che «non è più il tempo delle trattative sotto il ricatto dell’occupazione per i lavoratori e per il territorio, è il momento di rivendicare gli investimenti che finora sono mancati per garantire la sicurezza della produzione e il risanamento ambientale».
«Abbiamo da tempo denunciato i rischi connessi alla mancanza di investimenti in manutenzione e sicurezza da parte di AM Italia, che espongono i nostri colleghi a gravi responsabilità personali dopo l’eliminazione dello scudo penale previsto per i gestori degli impianti», aggiunge il presidente Cuzzilla, sottolineando che «ora non possono esserci alibi all’eventuale disimpegno di ArcelorMittal e il Governo deve essere pronto ad ogni azione per la realizzazione del piano di rilancio dello stabilimento di Taranto nelle migliori condizioni possibili, con la consapevolezza che in un paese industriale e manifatturiero come l’Italia non si può fare a meno di una produzione siderurgica interna e di qualità, pena il rischio di essere ricattati e strangolati dai competitor internazionali».
«Non c’è più molto tempo. ArcelorMittal ha certamente il legittimo scopo di conseguire degli utili, ma non per questo può fare marcia indietro rispetto agli accordi pattuiti adesso che la congiuntura rende difficile conseguire tale risultato, come è invece normale per chiunque debba sottostare al rischio di impresa, fino a far sospettare che il vero obiettivo sia l’eliminazione di un pericoloso concorrente», prosegue Cuzzilla sostenendo che «ci aspettiamo proposte serie e credibili di sviluppo e non richieste di ulteriori sacrifici».
Federmanager è pronta a fornire il proprio contributo intervenendo con un documento di proposte di soluzione tecnica per rendere competitivo lo stabilimento tarantino, da cui discende la sostenibilità di tutto il Gruppo (Genova e Novi Ligure), da mettere a disposizione delle istituzioni e di tutti gli stakeholder interessati.
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