«È importante definire sin d’ora i capitoli su cui si intende investire per dare un respiro più lungo alla politica nazionale. Il mondo dell’impresa vuol sentire parlare di investimenti e deve poter contare su direttrici chiare», avverte il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla.
«La prima direttrice è quella della sostenibilità – sostiene Cuzzilla –, non solo per le ingenti risorse che l’Europa sta vincolando a questo obiettivo, ma perché la riconversione green dell’industria porterà con sé un effetto moltiplicatore in termini di competitività del sistema».
«Il superbonus al 110% previsto dal decreto Rilancio è un esempio lampante di come la sostenibilità possa diventare il driver principale per il nostro sviluppo. I bonus in edilizia varati a seguito della crisi del 2008 – ricorda il presidente – si sono dimostrati un aiuto importante. Oggi abbiamo l’opportunità di rilanciare molte filiere puntando a rinnovare il patrimonio edilizio nel senso di una maggiore efficienza energetica, compatibilità e sicurezza ambientale».
In merito all’eventualità di una proroga del superbonus al 2024, Cuzzilla precisa: «Il management industriale è favorevole alla proposta di estendere il pacchetto delle misure di agevolazione in maniera stabile fino al 2024. Sarebbe un segnale di fiducia verso le tante imprese che in questi mesi si stanno attrezzando per proporre soluzioni di efficienza energetica compatibili con le esigenze dei cittadini. La certezza sui tempi è un elemento importante per costruire fiducia. E la fiducia muove gli investimenti».
«Il superbonus va inteso come un tassello di un progetto-Paese che parla di riqualificazione urbana, economia circolare, innovazione ed efficienza energetica. Se è vero che entro il 2030 quasi il 60% della popolazione mondiale abiterà in aree urbane, diventa fondamentale porsi l’interrogativo di come gestiremo le nostre città. Partire dagli edifici significa anche sostenere un processo di cambiamento che riguarda tutti, non solo le imprese», afferma il presidente dei manager.
«La leva fiscale va utilizzata per direzionare gli investimenti. Le competenze manageriali vanno utilizzate per metterli a terra. Per questo – conclude – serve il giusto stimolo per indurre le imprese a dotarsi di un management preparato che renda possibile attuare quella trasformazione dei processi, dei modelli di business e delle produzioni che è richiesta da qualsiasi piano di sostenibilità degno di questo nome».
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