Per le piccole e medie imprese, la Federazione chiede al governo di introdurre una sorta di “iper-ammortamento” per l’assunzione di manager, analogamente a quanto previsto per i beni materiali. E, in seconda istanza, la riduzione dei contributi a carico dell’azienda che acquisisce altre aziende e/o rami di azienda al fine di favorire la crescita dimensionale.
«Per attuare il Piano Industria 4.0 serve una strategia incentivante per introdurre managerialità nelle PMI italiane. Per questo Federmanager si candida come leader della formazione e come attore per la creazione di un hub di competenze tecnico/manageriali multidisciplinari», ha sottolineato Mario Cardoni, direttore generale di Federmanager.
«I 3.000 manager previsti dal Piano Calenda li abbiamo già, sono pronti», ha fatto eco Guelfo Tagliavini, nel ruolo di coordinatore della Commissione Industria 4.0 di Federmanager. «Per avvicinare le PMI ai grandi gruppi la centralità del manager va considerata come pre-condizione. Il fattore economico del manager non deve essere di ostacolo per la crescita delle PMI», ha auspicato.
«Il rapporto sui territori è fondamentale nel progetto di trasformazione digitale nato all’interno del nostro sistema che sta lavorando direttamente su alcune filiere e per la creazione di una rete italiana di digital innovation hub» ha spiegato Roberto Triola, direttore centro studi di Confindustria digitale.
Giuseppe Sorrentino di GE Oil&Gas: «Alla nostra cultura industriale va aggiunto un po’ di coraggio. Chiediamo di insistere per una normativa al passo con i tempi poiché le relazioni industriali stanno cambiando e, con le informazioni a disposizione di tutti, è la capacità di esercitare le leadership a fare la differenza».
Giulia Pastorella, Relazioni Istituzionali UK e Italia di HP, che ha presentato le innovative stampanti 3D di HP, ha ricordato che «oggi la strategia è puntare su tecnologie orizzontali, che possono essere applicate a tutti i settori. Le istituzioni possono fare molto, ma noi ci basiamo sull’idea dell’open platform: costruire un ecosistema in cui permettiamo a parti terze di certificare la propria idea e combinarla con la nostra macchina. Questo consente anche ad aziende più piccole di collaborare e sviluppare tecnologie e materiali innovativi».
Di intelligenza cognitiva ha parlato Antonio Palumbo di TIM. «Per costruire il mosaico rappresentato dall’Industria 4.0 servono manager con competenze nuove. Quando parliamo di sharing economy alludiamo non solo alla creazione di valore ma anche alla condivisione di management. I manager sono più interconnessi, scambiano informazioni perché – ha concluso – l’innovazione non si può fare da soli».
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