Federmanager ha sottoscritto il nuovo testo che regola il rapporto di lavoro dei manager del settore pubblico aderenti a Confservizi. Il Ccnl, con una durata fino al 2021, si applica ai circa 1.400 manager presenti nelle 700 aziende del settore.
«Si tratta di un passo in avanti nella valorizzazione della cultura e del ruolo manageriale da parte di imprese che, essendo a gestione pubblica, sono tradizionalmente lontane dalle logiche privatistiche dell’industria. Questo CCNL invece è fortemente innovativo e adotta quelle regole che realizzano la migliore competitività del settore attraverso l’ampliamento degli strumenti bilaterali», afferma il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla.
Un esempio è l’adozione di politiche retributive incentivanti, legate al raggiungimento degli obiettivi aziendali o alla performance individuale, che sono rafforzate dall’introduzione del modello di “Long Term Incentive” con cui si realizza un riconoscimento retributivo di medio-lungo termine (3 anni), con percentuali di maturazione differenziate nel triennio.
Fortemente significativo anche l’intervento sulla manutenzione del TMCG, cioè sulla parte fissa della retribuzione del dirigente, che viene innalzato fino al minimo contrattuale di 75.000 euro nel 2023.
«Lo svolgimento delle funzioni apicali in società e aziende a partecipazione pubblica espone a molte responsabilità e a un’attenzione maggiore verso gli aspetti gestionali», spiega Cuzzilla. «Chi ricopre questi ruoli deve essere orientato al risultato e incentivato a prendere le scelte migliori nell’interesse dell’azienda e della collettività».
L’accordo prevede migliorie per ciò che riguarda la previdenza complementare, le coperture assicurative, il trasferimento del dirigente, le ferie, l’indennità supplementare per basse anzianità aziendali in qualifica, la risoluzione del rapporto di lavoro per il raggiungimento dell’età prevista per l’accesso alla pensione di vecchiaia ordinaria.
In tema di politiche attive, Federmanager e Confservizi definiranno entro dicembre un percorso di strutturato di outplacement per i dirigenti in uscita.
«Abbracciando una prospettiva evolutiva delle relazioni industriali», rivela il presidente Cuzzilla, «ci siamo prefissi di procedere a uno snellimento della normativa contrattuale volto a favorire la semplificazione della gestione del rapporto di lavoro tra aziende e manager e, quindi, ad aggiornare l’impianto».
Inoltre, debutta un articolo sulle pari opportunità. È previsto che siano raccolte e diffuse le migliori “best practice” attuate in materia dalle aziende, soprattutto se mirano all’eliminazione del “gender pay gap”.
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