«Bisogna assicurare alle donne l’accesso al lavoro e la possibilità di farsi valere a parità di condizioni. In definitiva, di avanzare nella loro carriera, di raggiungere e mantenere posizioni apicali in azienda per far crescere le imprese e far crescere il Paese», ha sottolineato Cuzzilla.
E ha aggiunto: «Rendiamoci conto che solo il 27% delle posizioni manageriali, nel mondo, è occupato da donne. A fine 2017, in Europa, le donne Ceo erano meno del 6%».
Favorire l’equilibrio di genere, inoltre, fa aumentare il fatturato delle aziende e il Pil. Un mix che permetterebbe di raggiungere 28.000 miliardi di dollari di Pil mondiale entro il 2025, secondo il Fondo monetario internazionale che, dati alla mano, spiega che avvalersi delle donne nelle posizioni strategiche aumenterebbe l’economia globale del 35%.
«Le aziende che hanno scelto una governance mista, parimenti divisa tra uomini e donne, sono anche più competitive e reagiscono meglio nei contesti di crisi – ha ribadito ancora il Presidente Federmanager -. L’apporto di una donna manager migliora l’immagine e la reputazione dell’azienda, migliora la gestione delle risorse umane e il clima aziendale, migliora la produttività e l’efficienza nel raggiungimento degli obiettivi. Di fatto, le donne hanno le soft skills nel loro DNA».
Secondo i dati della Commissione europea, nel Vecchio Continente le donne guadagnano oltre il 16% in meno degli uomini, come salario orario: per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna guadagna cioè 84 centesimi, e più si avanza con l’età più il gap aumenta. Una riduzione del 50% del gender gap nelle economie Ocse contribuirebbe a un aumento del Pil di circa il 6%, con un ulteriore 6% se il gender gap fosse completamente annullato.
Ma alcuni Paesi stanno introducendo misure quali: l’organizzazione di meccanismi di promozione, retribuzione e premialità secondo criteri di trasparenza, flessibilità sui luoghi di lavoro, task force aziendale per la diversità o l’assunzione di un diversity manager.
«Occorrono strumenti di welfare, dentro e fuori dal contratto – ha detto ancora Stefano Cuzzilla chiudendo il suo intervento al GammaForum -. Abbiamo la più alta percentuale di donne laureate in Europa e tra le più basse percentuali di donne al lavoro. Ci siamo chiesti a sufficienza come mai?».
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