Roma, 15 dicembre 2015 – "Le vicende dell'azionariato di Telecom Italia hanno più volte costituito un freno per le dinamiche aziendali e non vorremmo che proprio nel momento in cui stiamo raccogliendo i primi frutti di una strategia chiaramente industriale, il dibattito (peraltro legittimo) circa gli assetti proprietari e la governance aziendale torni nuovamente a immobilizzare l’Azienda. Non c’è tempo".
A lanciare l'allarme sul rischio paralisi è Renato Valentini, Coordinatore nazionale Federmanager delle rappresentanze sindacali aziendali della dirigenza del Gruppo Telecom Italia, per la prima volta in assemblea per esprimere il pensiero della categoria.
<<L'azienda – ha sostenuto il manager – deve essere messa in grado di agire immediatamente e per far questo occorrono idee e competenze ma anche risorse e capitali freschi che possano sostenere gli investimenti funzionali a un piano industriale coerente, fermo restando che dal nostro punto di vista i capitali di rischio non hanno bandiera. Chiediamo allora che chiunque si proponga per la governance assuma impegni reali legati a concrete politiche di investimento. A chi, invece, ritiene adeguata la governance attuale, chiediamo altrettanta coerenza ed altrettanto impegno, affinché si crei valore per l’azienda e per tutti gli azionisti>>.
<<E’ la prima volta che la dirigenza si pronuncia in un'assemblea e se abbiamo deciso questo passo – ha insistito Valentini – è perché riteniamo il momento cruciale per i destini dell’azienda, e non solo. Siamo nel pieno di una rivoluzione digitale che sta radicalmente modificando il modo di vivere di ciascuno – nel sociale e nell’industria – nella quale la dirigenza, e sono certo tutte le donne e gli uomini di Telecom Italia, vuole e deve essere protagonista>>.
<<Il piano strategico governativo sulla banda ultralarga, in sintonia con gli obiettivi dell’agenda digitale europea, è un tassello fondamentale di questo percorso e, su questo punto, è bene evitare equivoci: qualunque soggetto intenda proporsi in questo contesto – anche operante in comparti oggi diversi dalle tlc – è benvenuto, purché sulla base di progetti concreti ed attuabili, la cui efficacia e la cui efficienza possano essere dimostrate>>.
<<E dopo aver contribuito significativamente al risanamento dell'azienda ora la dirigenza di Telecom Italia vuole parlare anche di sviluppo e non solo di taglio dei costi. Stavolta – ha detto ancora Valentini – vogliamo fare di più, senza demagogie o corporativismi, non solo per aiutare l’Azienda e favorire il rilancio, ma altresì per affermare il nostro impegno di classe dirigente anche nel Paese. La dirigenza Telecom Italia metterà a disposizione i giorni di permesso non retribuito – frutto di un recente accordo sottoscritto a supporto dei contratti di solidarietà che chiama ad un ulteriore sacrificio economico la categoria ma che si confida essere utile per il rilancio dell’Azienda – per aiutare a colmare il divario culturale digitale esistente, attraverso una piattaforma da costruire in comune con Federmanager>>.
<<Pronti quindi a collaborare con coloro che potranno aiutarci ad intercettare le necessità della Comunità: enti locali, scuole, associazioni no profit. Un volontariato gratuito e appassionato di chi sente il dovere di essere attore protagonista al servizio dell’Azienda e del Paese in questo momento delicato>> ha concluso Valentini.
<<In questo contesto – ha sostenuto Stefano Cuzzilla Presidente Federmanager – in cui continuiamo a perdere “pezzi” dell’industria nazionale, dobbiamo prendere le decisioni necessarie per salvaguardare gli asset industriali strategici come Telecom>>.
<<L’Italia è ancora indietro sui programmi dell’Agenda Digitale – ha concluso Cuzzilla – in particolare sulla copertura della rete digitale nazionale con banda larga. Per garantire il futuro della nostra industria manifatturiera dobbiamo investire per dotare il Paese delle infrastrutture tecnologiche necessarie alla industria 4.0>>.
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