Dopo l’annuncio del possibile taglio del credito di imposta dal 50% al 40% per i programmi formativi per le aziende che investono su tematiche digitali e di innovazione, il presidente dei manager industriali interviene così nel dibattito sulla manovra economica: «Non è troppo tardi per correggere il tiro e ampliare i fondi per la formazione 4.0 che devono aiutare a sanare il gap di competenze digitali in azienda. Mi aspetto che tutte le forze parlamentari concordino e che si trovino le coperture».
«Su temi così cruciali per il rilancio del Paese – avverte Cuzzilla – non si può procedere con la logica del rubinetto, secondo la quale, finché c’è qualche avanzo di bilancio, si finanziano competenze center e formazione in azienda, e poi si vede. Non è quello che serve in questa fase storica, dove abbiamo bisogno di una spinta pubblica che ci permetta di dotarci in tempi brevi di persone capaci di gestire processi e sistemi nuovi e altamente complessi».
«La formazione in azienda deve essere qualificante», puntualizza Bambina Colombo, presidente di Federmanager Bergamo. «È utile che imprenditori e manager lavorino insieme per garantire che tutto il percorso formativo si traduca in una maggiore competitività per tutte le risorse impiegate. Altrimenti si sprecano tempo e finanziamenti», sottolinea la presidente che ha scelto di svolgere il convegno nella sede dell’Università di Bergamo dove sono attivi 2 gruppi di lavoro, formati da manager e docenti, che sviluppano insieme programmi di studio in linea con i fabbisogni reali delle imprese.
«Questo territorio ha bisogno di manager perché Industria 4.0 è una sfida enorme per le nostre imprese», ammette Colombo. «Noi spingiamo affinché esse si dotino di Temporary Manager dato che il bergamasco ha oltre il 95% di Pmi che altrimenti difficilmente si doterebbero di alte professionalità a tempo pieno».
Durante il convegno in Ateneo il tema di Impresa 4.0 è affrontato dal punto di vista delle competenze da generare e irrobustire per governare i cambiamenti dei processi produttivi e la relazione uomo-macchina.
Come raccomanda il Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini: «La nostra Università sta investendo nella formazione di figure professionali che siano in grado di operare come progettisti e gestori di sistemi complessi con una visione che porti la tecnologia ad adattarsi alle esigenze del decisore umano e non viceversa. Il mio auspicio è che l’attivo mondo economico-industriale del nostro territorio adotti sempre più un approccio di “umanesimo tecnologico”. In questo senso – conclude il Rettore – uno sforzo congiunto tra il mondo imprenditoriale e quello delle Istituzioni pubbliche e private non può che giovare a tutti noi».
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