Roma, 10 dicembre 2015 – Taglio del nastro per la Commissione Sanità di Federmanager, che ha avviato i suoi lavori lo scorso venerdì 4 dicembre con un comitato scientifico formato da docenti universitari, medici e professionisti, rappresentanti dell’industria sanitaria ed esponenti degli Enti del Sistema Federmanager tra cui Fasi, Assidai e Fasdapi.
Allo scopo di offrire una prospettiva di riforma del sistema salute, la Commissione tecnica si prefigge di mettere a disposizione dei policy makers competenze e know-how per elaborare un nuovo modello di welfare del futuro, in un’ottica di complementarietà tra pubblico e privato.
«Il tema della riorganizzazione del welfare sanitario è considerato prioritario da chi, come noi, si preoccupa di garantire universalismo ed equità nei prossimi anni, tenendo conto dell’evoluzione dei bisogni della collettività, ma anche di fare innovazione e sostenere la filiera di beni e servizi sanitari che oggi vale oltre l’11% del nostro Pil», ha dichiarato il Presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, presentando la nuova Commissione. «Noi abbiamo sperimentato con successo forme di sanità integrativa che tutelano i manager e che – ha aggiunto – costituiscono un modello di assistenza sanitaria no profit di valenza strategica per il Paese».
Secondo gli ultimi dati OCSE, la spesa sanitaria in tutti i Paesi membri cresce più del Pil nazionale e rappresenta, in media, il 15% della spesa pubblica complessiva. In Italia si quota intorno al 9%, con una fetta di spesa intermediata da Fondi e Casse ferma tra i 4 e i 5 miliardi di euro.
«Hanno fatto bene oggi Confindustria e Confcommercio a proporre al governo un ridisegno della sanità italiana a tutto tondo, con un “secondo pilastro” in funzione di compartecipazione alla spesa e di integrazione efficace», ha commentato Cuzzilla a margine dell’iniziativa “La salute nel welfare che cambia”, promossa a Roma dalle due Organizzazioni.
«Servono infatti politiche di incentivazione fiscale ad aderire ai Fondi sanitari no profit che consentano a ciascun cittadino di dedurre interamente dal proprio reddito la quota contributiva versata. In questo modo si recupera la spesa sanitaria sommersa e si contribuisce, con un effetto win-win, a realizzare la migliore qualità delle prestazioni, erogate dal pubblico come dal privato».
Se esiste un problema di sostenibilità finanziaria futura del SSN, la Commissione Sanità di Federmanager guarda positivamente a partnership strategiche con le aziende sanitarie e ospedaliere e allo sviluppo di modelli di complementarietà virtuosa a livello territoriale.
«Nel Paese demograficamente più anziano d’Europa, con una stima di circa 9 miliardi di euro annui sostenuti dalle famiglie solo per la assistenza alla non autosufficienza, dobbiamo immaginare soluzioni innovative che realizzino l’interesse generale attraverso forme di sussidiarietà intelligenti», ha concluso il Presidente Cuzzilla.