«Pertanto, dopo un anno di incertezze, chiediamo al premier Conte di intervenire direttamente per risolvere l’escalation di operazioni incrociate che ha colpito il più grande sito siderurgico d’Europa e strategico per la produzione italiana».
«In rappresentanza del management dell’azienda, abbiamo da tempo denunciato i rischi connessi all’eliminazione dello scudo penale previsto per i gestori degli impianti, almeno fino al completamento del piano ambientale», prosegue Cuzzilla, aggiungendo che «si tratta della goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo. Le scelte di politica industriale del governo dovrebbero incentivare l’investimento in settori strategici come l’acciaio, non certamente spingere in ritirata gli investitori che già sono poco propensi a produrre sul territorio italiano».
Federmanager sollecita quindi un intervento immediato della presidenza del Consiglio per garantire il rispetto di tutte le condizioni dell’accordo sottoscritto al Mise tra Ilva in AS, Arcelor Mittal Italia e le Organizzazioni sindacali e consentire il prosieguo del risanamento e il rilancio industriale dell’acciaieria, strada obbligata per il ripristino delle condizioni ambientali della città di Taranto.
«Questa deve essere la priorità per un paese che non voglia definitivamente apparire screditato agli occhi degli investitori stranieri, dopo solo un anno dalla firma dell’accordo con Arcelor Mittal, che avevamo contribuito faticosamente a realizzare», afferma il presidente Cuzzilla.
«Chiediamo un atto di responsabilità a tutte le parti coinvolte nella vicenda per consentire la continuità della produzione ed evitare il rischio dello spegnimento degli altiforni nello stabilimento di Taranto, che significherebbe mettere la parola fine al futuro di Ilva», chiarisce il presidente di Federmanager. «Non vogliamo rivivere la triste vicenda Italsider di Bagnoli, un’area ormai desertificata nonostante le promesse di risanamento. Sarebbe l’ennesimo colpo per il Mezzogiorno».
«L’Italia deve continuare a svolgere un ruolo di rilievo tra le economie industriali e per questo l’acciaio costituisce un tassello di competitività essenziale – conclude Cuzzilla –. Solo mantenendo per primo gli impegni assunti, il governo potrà pretendere che siano confermati gli investimenti e le garanzie occupazionali da parte del gruppo franco-indiano».
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