«Il secondo pilastro della previdenza non è mai decollato – ha detto ancora Cuzzilla – perché manca una appropriata educazione finanziaria e sono insufficienti gli strumenti che possono incentivare adeguatamente il ricorso a questa forma integrativa. Sappiamo bene che la pensione non potrà in futuro essere totalmente a carico dello Stato e il sistema non sarà in grado di far fronte alla spesa pensionistica: nel 2050 il rapporto tra individui in età lavorativa e individui fuori dall’età lavorativa sarà di 1 a 1. Di fronte a questo scenario, la cui complessità è stata ribadita ieri anche dal Presidente del Consiglio, è bene prendere subito le misure più opportune».
«In tema di previdenza complementare ma anche di sanità integrativa, la bilateralità tra Federmanager e Confindustria è, da tempo, un punto di riferimento costante delle relazioni tra le parti – ha concluso il Presidente Federmanager e Cida -. Previndai è da trenta anni uno dei pilastri, insieme al Fasi, dei nostri sistemi di rappresentanza che manifestano costantemente una valida azione di integrazione con l’azione dello Stato. Previndai svolge un ruolo di assoluto rilievo anche come investitore istituzionale, negli ultimi anni ha investito nell’economia reale ed è un esempio virtuoso di gestione del patrimonio garantito dagli iscritti».