
“Se questa misura dovesse entrare in vigore – continua – l’impatto economico sarebbe molto significativo: oltre 35 miliardi di euro di esportazioni italiane dovrebbero trovare nuovi mercati di sbocco. I settori più vulnerabili sono tra quelli più strategici per il nostro Paese: agroalimentare, farmaceutica, automotive e chimica. Le perdite per l’agroalimentare potrebbero raggiungere i 2,3 miliardi di euro, con aumenti tariffari fino al 45% per i formaggi, 35% per i vini e 42% per le conserve e le marmellate. La farmaceutica, che rappresenta una parte significativa dell’export italiano, rischia danni superiori a 4 miliardi di euro”.
“In questo scenario – aggiunge Quercioli – la risposta deve essere unitaria e forte. I nostri manager sono già pronti ad attuare soluzioni alternative per le imprese in cui operano ma diventa fondamentale da parte delle istituzioni una strategia e degli investimenti per sostenerli in questa sfida complessa. L’approccio a nuovi mercati richiede conoscenze, investimenti, un supporto concreto dalle rappresentanze e organismi che operano sul piano internazionale e, naturalmente, adeguate competenze manageriali”.
“Siamo in campo per offrire – conclude il Presidente di Federmanager – agli interlocutori istituzionali le migliori competenze manageriali, in grado di definire politiche industriali e commerciali incisive anche in risposta ai mutevoli scenari internazionali. La nostra Federazione è pronta a mettere sul tavolo proposte concrete che recepiscano le istanze di cittadini e imprese e contestualmente favoriscano l’innovazione, la sostenibilità e il rafforzamento della competitività di cui il sistema ha bisogno”.