«Nelle imprese di maggiori dimensioni abbiamo già sperimentato l’utilità di avere un “mobility manager” capace di prendere le migliori decisioni organizzative per i lavoratori. Ora che la pandemia ha posto sfide ancora più complesse, che riguardano da un lato il futuro delle città, la loro salubrità e l’ambiente, dall’altro lo smart working e l’organizzazione aziendale, è necessario investire in questa figura, allargando il perimetro e mettendo il focus sulle competenze manageriali», afferma il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla.
In attesa di conoscere i dettagli del decreto, che dovrebbe essere approvato in settimana dal ministro Giovannini e dal ministro Cingolani, il presidente Cuzzilla sottolinea: «Il tema dei trasporti e della mobilità è strettamente connesso a quello ambientale. È quindi corretto un intervento coordinato dei due ministeri in modo che sia chiara l’entità della professionalità richiesta a questa figura. Nel momento in cui l’Italia riapre, bisogna gestire gli spostamenti delle persone puntando alla sicurezza ma anche all’innovazione. Abbiamo la possibilità di cambiare le nostre abitudini – osserva il presidente – e il “mobility manager” può accelerare l’affermazione di una cultura aziendale attenta alla sostenibilità».
«Per questo – aggiunge Cuzzilla – sarà importante costruire strumenti di incentivazione che inducano le imprese a investire in professionalità nuove, capaci di analizzare il quadro completo delle problematiche legate al singolo territorio, di organizzare sedi e uffici nel rispetto del contesto urbano, sviluppare uno smart working all’insegna della flessibilità e del coordinamento con tutte le attività connesse, considerando le esigenze dei fornitori, dei partner e della filiera».
«Non si tratta di attività che possono essere affidate alle altre funzioni già presenti in azienda – spiega Cuzzilla -. Il “mobility manager” non è un direttore delle risorse umane. È una figura che pianifica, programma e soprattutto realizza gli interventi per rimodulare tempi e spazi di lavoro e per introdurre misure di riequilibrio modale che rendano il sistema dei trasporti più efficiente e più sostenibile».
«Già lo scorso anno, quando il decreto Rilancio aveva esteso l’obbligatorietà del “mobility manager” abbassando la soglia alle aziende con almeno cento dipendenti, avevamo richiesto uno specifico contributo a fondo perduto per l’inserimento di questa figura», ricorda il presidente. «L’invito è ancor più valido oggi che giungiamo alla fase attuativa con un ricco bacino di risorse da investire nella transizione ecologica e digitale».