«L’offerta vincolante sulla NetCo lanciata dal fondo Kkr nell’operazione che conduce alla gestione separata dell’infrastruttura di rete, e che prevede la partecipazione diretta del Tesoro, costituisce oggi l’unica prospettiva perseguibile per il futuro non solo di Tim ma dell’intero settore delle Telco», puntualizza Cardoni, spiegando che «considerata l’esposizione debitoria accumulata dal Gruppo Tim, il piano industriale varato ormai quasi due anni fa ci sembra l’unico che possa consentire di ripartire da un assetto societario fondato su basi finanziarie più sostenibili nel lungo periodo e di affrontare i delicati temi della salvaguardia dell’occupazione e della sicurezza delle infrastrutture strategiche».
«In questo momento dobbiamo preoccuparci di rafforzare il valore di un asset strategico nazionale, evitando di esporre l’azienda a manovre speculative che potrebbero danneggiare la Società e gli azionisti» sostiene Federmanager, esprimendo un forte auspicio affinché finalmente si affermi una strategia chiara per il futuro di un settore di business dove la competizione ormai è insostenibile.
«Il management del Gruppo ha lavorato duramente in questi ultimi anni per l’attuazione del piano, raggiungendo gli obiettivi prefissati e fornendo il proprio contributo a una strategia che punta a ridurre il debito, rendere gli asset aziendali più forti e valorizzare la nostra rete nazionale», interviene il coordinatore delle rappresentanze dei dirigenti Tim, Egisto Benelli, aggiungendo «su queste basi ribadiamo il sostegno della dirigenza interna di Tim verso quello che riteniamo sia un piano di sistema, con il quale siamo convinti si concretizzi un’opzione di crescita per l’azienda e per la competitività del Paese».