Catania, 13 luglio 2017 – Oltre la “via italiana” esiste una “via siciliana” al modello 4.0? E’ possibile accompagnare le aziende ad adeguare i propri modelli di produzione verso la trasformazione digitale basata sulla integrazione cyberfisica tra macchine, oggetti e persone? Domande alle quali si cercherà di rispondere durante l’assemblea annuale pubblica di Federmanager Sicilia orientale, in programma domani, venerdì 14 luglio alle ore 15 all’Hotel Parco degli Aragonesi. Il dibattito sarà animato da qualificati interlocutori del mondo accademico, del sistema associativo oltre al sistema Confindustriale.
«Un appuntamento fondamentale per il nostro sistema associativo – ha affermato Giuseppe Guglielmino, presidente di Federmanager Sicilia – e per il quale ritengo assolutamente indispensabile la partecipazione di tutti. Di fronte a qualificati interlocutori verrà trattato il tema della quarta rivoluzione industriale, Industria 4.0, e si ascolteranno i vertici di due realtà isolane, Xenia e Abs, che hanno già implementato le nuove tecnologie di connessione e digitalizzazione».
In Italia, sotto l’aspetto della digitalizzazione, le imprese sono in forte ritardo perché da un lato non si è completata la terza rivoluzione industriale; dall’altro manca la consapevolezza, necessaria per intraprendere il cammino dell’innovazione, di quanto è in atto nel mercato globale. Senza un processo di digitalizzazione queste imprese sono destinate a essere sempre meno competitive sul mercato.
Si potrebbe, dunque, partire dalla “terza via”, quella che si basa sulla concezione dei robot come valorizzatori della capacità di produzione umana per aumentare la produttività dell’azienda, per poi pensare a una via tutta siciliana.
«Industria 4.0 rappresenta un’opportunità per il Mezzogiorno e la Sicilia in particolare – ha dichiarato Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager – Dobbiamo unire gli sforzi affinché questo territorio, che è fatto in maggioranza di piccole e piccolissime imprese, sia messo in condizione di accedere a tutti gli strumenti previsti dal Piano Calenda. Noi stiamo collaborando con istituzioni, imprese e università per immettere competenze manageriali laddove sono più utili perché la trasformazione digitale sta già rivoluzionando i processi industriali e sta aprendo scenari globalizzati impensabili fino a qualche anno fa. E’ una partita che si vince tutti insieme, macchine e uomini, e che dobbiamo condurre a livello di sistema Paese».
L’obiettivo, quindi, deve essere quello di sviluppare processi industriali e filiere talmente flessibili e versatili da essere in grado di replicare il valore del prodotto – partendo dalla tradizionale manifattura su base artigianale che caratterizza il “made in Italy” – per adattarlo alle esigenze del singolo cliente.